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Perché si fabbricano bufale – Network di fake news

Network di fake news

Abbiamo parlato ieri nella prima parte di quanto si guadagna con un sito mediamente grande di fake news. Oggi parliamo di quanto tempo si impiega a costruire una “popolarità” in rete e di come, con poca spesa, si possono triplicare i guadagni derivanti dalla disinformazione grazie ai network di fake news.

Quanto tempo occorre per gettare le basi di una fake news?

Dipende! Generalmente si inizia a scrivere di un argomento ogni giorno per almeno una trentina di giorni. Ad ogni pubblicazione poi devono seguire obbligatoriamente le condivisioni sui social e, perché no, anche su altri siti simili che ci danno una mano a far crescere la popolarità delle nostre pagine. Comunque, per una singola notizia, almeno 30 giorni a tamburo battente ci vogliono.

Quanto tempo serve ad un sito per essere conosciuto?

Almeno sei mesi e con un lavoro giornaliero di pubblicazione e condivisione di articoli. Non vi sto a spiegare l’algoritmo di Google, ma con meno di sei mesi un sito non riesce a “decollare” nella maniera giusta. Parlo di siti che non fanno campagne pubblicitarie a pagamento eh! Perchè pagando una buona indicizzazione e determinate parole chiave, si può scendere di qualche mese e farcela già in quattro, ma qui stiamo parlando di sforzi gratuiti senza cacciare un euro.

Quanti siti si possono avere?

Quanti ne volete! Registrare un dominio ed avere uno spazio web con database annesso costa circa 30 euro all’anno! Se poi, come dimostrato ieri, riuscite a guadagnarne 12mila con un solo sito, allora viene da se che se anche ne comprate un centinaio spendendo 3.000 euro, avrete un possibile guadagno di circa un milione di euro. No, non sono numeri inventati. Ma perché registrare 100 siti allora? Facile! Perché così una notizia (cambiando qua e la qualche pezzo nell’articolo) viene presentata su 100 siti diversi. Se un lettore ha dei dubbi e cerca su Google determinate parole chiave, troverà una buona platea di siti che gli fa vedere la stessa notizia (con parole diverse) facendogli credere a tutti gli effetti che questa è vera! E’ la base di una buona campagna di fake news: avere molti siti che esprimono lo stesso concetto (avere appunto un network di fake news).

Qual’è allora il problema di fondo?

E’ saper utilizzare Google. Il motore di ricerca (lo dice la parola stessa) cerca in rete! E poi tira su tutto quello che contiene determinate parole chiave (quelle che voi avete cercato). E’ come quando un peschereccio cala una rete a mare. Quando la ritira su, contiene tutto, anche le alghe. E’ il pescatore che sceglie cosa buttare in mare e cosa no! E quando trova qualcosa di nuovo, prova a non buttarla, prova a cucinarla, prova a venderla e quando vede che non ci si può fare niente allora la butta e quando la ritroverà nelle successive pescate, la butterà subito. Con i motori di ricerca dobbiamo imparare a fare la stessa cosa: selezione! Leggere, cercare le fonti contenute in quello che stiamo leggendo, e solo dopo condividere. Perché non c’è nessun filtro che ci toglie le cose finte dalle cose vere. (anche se si sta cercando di perfezionare gli algoritmi in questa direzione per contrastare questo fenomeno).

Nei prossimi giorni, ci occuperemo più nel dettaglio della struttura dei siti di bufale e degli strumenti che abbiamo a nostra disposizione per capire cosa stiamo leggendo.

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