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Perchè si fabbricano bufale – Strumenti utili

Abbiamo visto nei giorni scorsi quanto rende fabbricare fake news ed i network che aiutano a dare certezza ad una certa notizia. Oggi prendiamo in esame degli strumenti molto utili, per capire se ciò che stiamo leggendo può essere vero o no. Per farlo, utilizzeremo degli articoli (che non linkeremo) che in comune citano tutti un “virologo di fama mondiale, candidato al Nobel del 2015” che si chiama Giulio Tarro.

Verifiche preliminari

Iniziamo aprendo il nostro browser, andiamo su Google, e per prima cosa, verifichiamo il regolamento dei premi Nobel. Perchè? Direte voi. Ve lo spiego con la ricerca. Cercate su Google il regolamento dei premi Nobel, vi imbatterete nella pagina di WikiPedia in Italiano ma quella che più ci interessa (perchè più completa) è quella di WikiPedia in inglese. Qui troviamo la prima informazione fondamentale, nella sezione “Nominations”, che dice testualmente: “The nominees are not publicly named, nor are they told that they are being considered for the prize. All nomination records for a prize are sealed for 50 years from the awarding of the prize.” Se capite l’inglese avete già scoperto la prima magagna, se non lo capite ve lo traduco io: “Le nomination non sono fatte pubblicamente, nè vengono avvertite le persone che stiamo considerando per il premio. Tutte le nomination per il Nobel, vengono sigillate per 50 anni dopo l’assegnazione del premio”. Quindi, con una semplice ricerca su Google abbiamo già scoperto che il soggetto del nostro articolo non può essere un candidato al Nobel del 2015 perchè i candidati verranno svelati nel 2065! Iniziamo quindi a pensare che stiamo leggendo una notizia priva di fondamento. Ma andiamo oltre.

Capire cosa cercare

Leggendo gli articoli, notiamo altre notizie che possiamo verificare con una semplice ricerca su Google. Quindi riapriamo il nostro motore di ricerca, e proseguiamo con la prossima. Negli articoli si legge “docente ufficiale dell’Università di Napoli Federico II”. Bene, essendo una Università pubblica, è facile cercare un professore, anche se questo non insegna più. Cerchiamo su Google un motore di ricerca per professori universitari, e ci verrà proposto Cineca che andremo a cliccare. Mettiamo nome e cognome, se vogliamo scegliamo anche l’ateneo (in questo caso l’università di Napoli Federico II) e clicchiamo su “Cerca”. Risultati trovati: zero. Quindi, la seconda informazione cercata è anch’essa falsa. Per ora siamo a due su due, cosa che già ci dovrebbe far capire che l’articolo che abbiamo davanti, non ha base scientifica e molto probabilmente è un fake. Vi faccio notare come finora, non abbiamo mai cercato il nome e cognome della persona, perchè se lo avessimo fatto, i risultati sarebbero stati tutti quelli dei network di bufale che ci avrebbero fornito le informazioni errate, facendoci credere che la persona in questione abbia tutti i titoli che dice di avere. Noi stiamo cercando la conferma delle informazioni da lui fornite, per sapere se sono veritiere. Andiamo avanti.

Database per qualsiasi ricerca

Internet offre dei database pubblici praticamente per ogni cosa. Proseguendo nell’articolo, leggiamo “Membro del Senato Accademico dal 1990 dell’Università Costantiniana di Providence, Rhode Island e dal 1994 dell’Università Pro Deo di New York, Accademico onorario dell’Università Sancti Cyrilli di Malta dal 2001 e Rettore onorario dal 2003 dell’Università Ruggero II dello Stato della Florida negli USA”. Riapriamo Google e cerchiamo un database di Università accreditate ufficialmente all’insegnamento in USA. E’ il DAPIP (lo trovate qui) e se inseriamo le quattro università citate, scopriremo che non sono presenti e quindi non riconosciute in USA. Ma andiamo avanti. Altra frase che compare nell’articolo “dichiara di aver isolato il Virus Respiratorio Sinciziale nei bambini ammalati durante l’Epidemia del “male oscuro” che ha colpito Napoli verso la fine degli anni Settanta”. Andiamo di nuovo su Google e cerchiamo un motore di ricerca di pubblicazioni mediche, troveremo PubMed (che è qui) e quindi inseriamo “syncytial respiratory virus tarro”. Ci ho aggiunto il cognome perchè a noi interessano intanto le sue. Ne troviamo due, una del 1985 e una del 1980. Ok, l’informazione potrebbe essere giusta. Verifichiamo se ci sono documenti analoghi sul web e cerchiamo su Google studi sul virus respiratorio sinciziale a Napoli. Esce fuori il PDF di fine anni ’70 (lo trovate qui) dove però il nome del nostro dottore, non compare minimamente. Ed è antecedente al 1980, data di pubblicazione del suo studio. Quindi, non è lui che lo ha isolato, ma un’equipe di medici un anno prima di lui (almeno).

Conclusioni

Con 4 prove a nostro favore, siamo già nella condizione di stabilire che ciò che stiamo leggendo è molto probabilmente una bufala, perchè la persona che ci sta parlando, è una persona che ha inventato i suoi titoli per le persone che non si mettono a fare ricerche e credono a quello che leggono senza verificare. Con questo presupposto, la persona che sta scrivendo è esattamente uguale a noi che non abbiamo nessun titolo di studio in materia. Quindi ciò che dirà, è falso ed è stato redatto per fare soldi sulla nostra ignoranza. Imparate a cercare le fonti, qui oggi abbiamo visto come fare ricerche mirate senza mai cercare la persona in oggetto. Perchè, come detto prima, se lo avessimo fatto avremmo avuto come risposta una marea di siti che sostenevano la sua tesi. Ed ognuno di quelli è un sito che campa con i soldi della pubblicità, guadagnati sulle fake news. Provate anche voi, iniziate questo tipo di allenamento.

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